Nella perdita di quel sentimento magico che Pavese definiva capace di rivelarci nella nostra nudità, miseria e finitezza, due anime si trovano a fare un bilancio della loro esistenza, un bilancio duro e difficile, alla ricerca della comprensione, del senso, forse di se stessi.
Nella settimana precedente, mentre il risciacquo intensivo di una lavatrice roteava dentro la loro testa, hanno provato di tutto: emicrania, insonnia, dolore opprimente al petto e poi telefonate, sms, colloqui ‘chiarificatori’ come può essere chiarificatore esprimersi con la voce spezzata di un biscotto secco e sentire, mentre lei parla dei suoi disagi, le vibrazioni del suo profumo perduto come dentro una conchiglia lontana dal mare.
E poi pedinamenti, lettere, fiori, azioni plateali, buchi nell’acqua, due di picche, chiodo schiaccia chiodo, chiodo mangia chiodo. Chiodo fisso, al pepe nero.
Come ogni uomo, qualsiasi uomo, anche il più narciso e sicuro di sè, così i due, l’uno egoista, antropocentrico, fumatore incallito e marito fedele cornificato, l’altro playboy funambolico, vegetariano ed ecologista, di fronte alla fine di un amore, di un amore che ritenevano autentico, dimostrano tutte le loro fragilità, le loro debolezze e contraddizioni riguardo, le donne, i sentimenti, gli ideali e la vita in genere. Ha inizio l’elaborazione particolare di un lutto, quello sentimentale, nei due diversi tempi: Cronos, il tempo cronologico, delle ore, dei giorni e dei mesi e quindi importante per superare la fine di qualunque cosa e Kairòs, il tempo individuale, quello necessario per dire “basta”, vale a dire il tempo del cambiamento interno, quello utile per voltare pagina e comprendere che l’amore è davvero finito.
In questo vortice emotivo, con la morte nel cuore, i due uomini giungono in un parco. E lì, esattamente in un luogo dove i bisogni della vita sono soddisfatti ancora prima di essere formulati, comprendono come uscirne: osservare la natura è la chiave. Proprio la biodiversità, l’insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli ecosistemi correlati e cioè tutta la varietà biologica di geni, specie, habitat ed ecosistemi, si regge su una forma di amore supremo scevra da ogni egoismo e desiderio di possesso da parte dell’uomo.
Note di regia
Con uno stile divertente, ironico e malinconico a un tempo, si alterneranno riflessioni profonde sul sentimento dell’amore e sulla conoscenza del comportamento degli animali, della natura e della biodiversità.
Si tratta di un viaggio di osservazione della natura, quello che J. Kerouac affermava avrebbe dovuto essere una necessità per ogni uomo e cioè affrontare la vita sperimentando almeno una volta la sana anche se noiosa solitudine di una dimora tra i boschi, lo scoprire di dover dipendere solo da se stessi, e per questo tirar fuori la vera forza interiore.
Attraverso un’analisi critica del sistema di gestione antropocentrica dell’ambiente, avvalendosi per esempio di un approccio “Rifkiano” nel racconto del sistema di sfruttamento alimentare esistente, si giunge a quella che viene definita la “malattia del trattenere”, patologia propria del genere umano che l’uomo sta pian piano trasmettendo al essere vivente Pianeta Terra.
L’unica strada per l’uomo è riscoprire se stesso, una scoperta della propria interiorità che vuole essere anche un modo per spiegare il ciclo naturale delle cose, il quale spesso segue regole che noi non comprendiamo, soprattutto se procura tristezza o sofferenza ma che, in realtà, può condurre allo svelarsi di un nuovo corso, di un nuovo inizio, di una nuova vita.
Come una triste giornata di pioggia, così comunemente percepita dalla maggior parte degli uomini, che però porta con sè nel cadere sulla nuda terra, nuova linfa, energia, vita per la nascita e crescita di nuovi organismi viventi. Sì esattamente così, COME LA PIOGGIA CADE RIDENDO.
PATROCINIO ROMANATURA, ENTE TUTELA PARCHI DELLA REGIONE LAZIO
di Giulio Valentini
con Davide Tassi e Giulio Valentini o Davide Sormani e Giulio Valentini
Musica degli Jang Senato
Regia di Giulio Valentini e Davide Tassi
Scheda tecnica
AUDIO: impianto fonico con 1 lettore cd, 2 casse. Per spazi esterni o molto grandi 2 microfoni ad archetto.
LUCI: 4 fari pc 1000 watt
Durata: 65 Minuti.
Come La Pioggia Cade Ridendo, l’intervista: Clicca qui
Andato in scena:
– Riserva naturale di Decima Malafede, via Valle di Perna 315, Roma.
– Riserva naturale della Valle dei Casali, via del Casaletto 400, Roma.
– Teatro Studio Frigia Cinque, via Frigia 5, Milano (tre repliche)
– Cascina Rossino, via Cascina Rossino 13, Ornago (Mi)
– Cascina REdesiderio, Largo Cardinal Gasparri 18, Sacrofano (RM)
– Teatro Aldo Fabrizi, via del Mattatoio 15, Morlupo (RM), (due repliche)
– Baffo della Gioconda, via degli Aurunci 40, San Lorenzo Roma
– Teatro Blue in the face, Largo Stegher 2, Civitavecchia (RM), (due repliche)
– Torchiera, piazzale Cimitero Maggiore 18, Milano
– Arci Groove, via Monte Penice 9, Rozzano (MI)
– Comuna Baires, via Parenzo 7, Milano