Esistono dei cugini orientali meno presuntuosi dei nostri spaghetti.
Infatti mentre gli spaghetti italioti per costituzione e tradizione si pongono sempre necessariamente al centro dell’attenzione tanto da essere i più famosi al mondo, i cugini giapponesi sono quasi sconosciuti ai più fuori dal Giappone.
Mentre gli italioti si sono fatti leader in generale dell’universo Ital-pasta,
tanto da essere considerati, anche solo per la forma allungata,
nel gradino più alto in assoluto:
– molto più alti dei rigatoni e di qualsiasi altra pasta “corta”;
- più magri di fettuccine, pappardelle e tagliolini;
– più sani dei bucatini (anche solo per i rimandi tossicodipendenti);
– più slanciati del risotto;
– più individualisti delle lasagne;
– e soprattutto, più fashion di tutti, anche degli gnocchi!
I cugini giapponesi sono soliti nascondersi notte e giorno per pudore in salse a base di soia, cipolline e uovo.
Eppure i jappo-spaghetti definiti Ramen o Soba in grano e uova o grano saraceno (da distinguere dagli Udon, di grano tenero, corrispettivo dei nostri bucatini), sono in generale più flessibili,
disponibili,
lavoratori,
performanti,
resistenti al caldo e al freddo e alle umiliazioni in genere.
Coerenti con la disciplina orientale e l’etica del lavoro giapponese quando richiesto si trasformano in Zarusoba o icespaghetti: si versa acqua bollente nel contenitore, tre minuti di attesa, e poi si aggiungono fantastici cubetti di ghiaccio funzionali ad un’alternativa da gustare anche nei giorni più afosi.
Di seguito, bacchette, un tuffo nella soia e un bicchiere di plastica da cui aspirarli nell’esofago possibilmente producendo più rumore possibile per dimostrare gradimento e il gioco è fatto.
Anche i cugini sfigati possono insegnare qualcosa.