Mi sono interrogato più volte sulle ragioni del fascino che su di me hanno sempre riscosso le donne asiatiche. Fisicamente credo sia da attribuire al corto circuito che sono in grado di stabilire tra candore, ingenuità, innocenza, purezza, distacco, imperturbabilità e l’immediato contrario di ognuna di queste caratteristiche.
Questo vale per le donne orientali in genere, ma le giapponesi hanno un’arma in più: il linguaggio.
E’ mia opinione infatti, che non ci sia lingua parlata al mondo più sensuale del giapponese. Per questo motivo se sei un estimatore della bellezza asiatica, non ti recare in Giappone perchè potresti avere uno shock di bellezza e suoni, difficile da superare.
E proprio in seguito al mio secondo viaggio in Giappone ho deciso di stilare una classifica inerente i tre linguaggi più sensuali al mondo. Chiaramente è il punto di vista di un orecchio italiano, di un uomo italiano, con un gusto italiano, un cervello italiano, un pensiero italiano dentro un corpo italiano (e cioè il mio).
Un accadimento induttivo-seduttivo che mi anima a stilare la seguente classifica linguistico sensuale:
Al terzo posto, lo spagnolo: Susana – Clarita – Carmencita; Corazon – Juana – Juanita; Belem – Soledad – Pepita; Remedios – Querida!
Al secondo posto, il francese: Marlene – Sophie – Amélie; Angélique – Brigitte – Monique; Chanel – Claire – Fleur; Julie – Salomé!
E al primo posto, chiaramente, il giapponese: Akemi- Akiko – Fujiko; Kyoco – Keiko – Sakiko; Sayaka – Midori – Megumi; Hiromi – Katsumi.
Non c’è niente da dire, poco da argomentare, nulla da aggiungere: giapponese, francese e spagnolo sono i tre idiomi stranieri più sensuali per un italiano medio, etero direttamente attratto dal “gentil sesso”.
Ma andiamo nel dettaglio.
Lo spagnolo è la lingua della “S” che si ripete al finale di quasi ogni parola come uno strascico sillabico che la sposa con la parola seguente: “Estamos haciendo la siesta!”.
E’ per un italiano la lettera di sesso, sessualità, sentimento, sapore, stimolo, sì, stronzo, simpatia, sangue e sangre.
E’ la lingua della “jota” che gratta la gola fino a quasi solleticare il cuore: “Estamos haciendo la siesta juntos!”
L’idioma che divarica le labbra, mostrando i denti mentre la lingua vibra tra di essi: “te estoy esperando en Andalucia”.
Lo spagnolo è la lingua del fuoco e della terra, è la lingua tiene i piedi piantati in terra, ma una terra che brucia e sulla quale bisogna saltellare sulle punte; è la lingua che ti fa rotolare a terra, respirare la polvere e ricadere a terra mentre provi il salto.
E’ la lingua delle parti basse che brucia sulla lingua.
Il francese invece è la lingua dell’acqua e del cielo. E’ la lingua del cuore, del romanticismo, del ‘800, delle relazioni espistolari. E’ il linguaggio che tiene sempre la bocca pronta per dare un bacio: Sophie – Brigitte – Fleur – Julie; oppure per sorridere: “je t’aime”. E’ una lingua purpurea che lava e spiritualizza la passione. E’ la lingua dell’accento sull’ultima vocale che solleva e innalza la passione. E’ la lingua della poesia che è sempre celestiale anche quando viene dell’inferno: “Les Fleurs du mal”. E’ lingua degli angeli, angeli che scendono sulla terra e rimangono tali proprio attraverso la parola.
E poi il giapponese la perfetta sintesi tra cielo e terra. Un sintesi che trova il suo simbolo nella lettera “K”. La lettera di Akemi, Akiko, Fujiko, Kyoko, Keiko, Sakiko, Konniciha che significa ciao, kokoro che significa cuore, Akai che vuol dire rosso, Tengoku-paradiso, Jigoku – Inferno, kibou – speranza, Ki-energia, sakura-ciliegio, il Raku, Tōkyō, Kyōto.
Un lettera che si forma aprendosi alle estremità ed elevandosi in alto e basso, altezza e profondità per condurre al centro, al cuore della parola e della comunicazione.
Il giapponese è una lingua che unisce cielo e terra, passione e sentimento.
Una donna giapponese è un angelo nudo che ti parla e non ti guarda mai negli occhi.
Un angelo che tiene gli occhi giù e la voce bassa, e così si esprime solleticandoti il cuore mentre ti seduce nel profondo.
Una donna giapponese è un angelo nudo che ti veste di amore con la sola parola.